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La prima banca Iraniana

Prima banca iraniana, la Sepah Bank ha iniziato la sua attività il 4 maggio 1925. Oggi, essendo una delle principali e più influenti istituzioni finanziare iraniane, la Sepah Bank , con 90 anni di esperienza, contribuisce efficaciemente al raggiungimento degli obiettivi macro finanziari del paese attraverso la mobilitazione di fondi e alla loro allocazione in settori produttivi.

L’AZIENDA

La Bank Sepah è stata fondata nel 1925 e conta quindi oltre 90 anni di esperienza. Al giorno d'oggi rappresenta una delle più importanti istituzioni finanziarie ed economiche in Iran avendo 1694 filiali, 16180 dipendenti, un capitale di 75,532 miliardi di Rial Iraniani, 616.049 miliardi di Rial Iraniani in asset (dati al 20 marzo 2015), e più di otto milioni e sessanta mila clienti distribuiti tra persone fisiche e giuridiche; ha contribuito al raggiungimento degli obiettivi macroeconomici del paese, raccogliendo e canalizzando capitali liberi in progetti economicamente produttivi. Nello svolgimento della propria attività ha sempre avuto ottimi rapporti con oltre 250 tra le principali banche estere in diversi paesi, ponendosi come capofila nello sviluppo e finanziamento di importanti piani e progetti industriali e minerari in Iran, come per esempio Chadormalu, Golgohar (150 milioni di euro), National Copper of Sarcheshme, (210 milioni euro) e Pars Alumium, (500 milioni di euro).

LA FILIALE

La filiale di Roma della Bank Sepah à stata operativa nel mercato italiano dal 1978 al 2007 contribuendo all’interscambio commerciale tra Italia ed Iran fino a quando le sanzioni internazionali hanno bloccato le attività finanziarie dell’istituto ponendolo in uno stato di quiescenza.

OGGI

Nonostante la cancellazione delle sanzioni economiche ONU, la Banca subisce  sanzioni secondarie USA che i provvedimenti di mitigazione previsti dall'Europa non sono riusciti a limitare.

MERCATO

Il mercato di riferimento al quale la Filiale di Roma intende rivolgersi è rappresentato dall’intero comparto industriale e commerciale italiano che intende trovare sbocchi di mercato nell’economia iraniana e viceversa; se infatti dopo anni di isolamento economico-commerciale il mercato iraniano è bramoso di rinnovare i propri processi industriali, di dotarsi di macchinari e parti di ricambio originali,di acquistare beni di consumo alimentari e non, è anche vero che dall’Iran si esportano verso l’Italia ferro, acciaio, lana, pellicce, prodotti residuali di raffinazione del petrolio, plastica, prodotti in plastica, boiler, tè, spezie, minerali, pelli grezze, prodotti chimici e rame